IL VASO POLICONICO

L’olivo allevato a vaso policonico è una forma di allevamento Che più si addice alla coltivazione dell’olivo, la migliore forma in termini di qualità del olio prodotto, velocità di raccolta quantità di olive prodotte, e minori costi di manutenzione

ANATOMIA DI UN OLIVO A VASO POLICONICO

Una pianta a vaso policonico e strutturata con un fusto che dipartono 4 branche principali che servono da struttura portante, ed attaccate a essa le branchette secondarie che servono a portare i rametti a frutto. Infine abbiamo la cima che è più in alto di tutte e funziona da regolatore ormonale, da leader, così che la pianta avendo libero sfogo concentra la sua energia in produzione di rami a frutto e olive invece che la produzione di tanti rami a legno detti anche succhioni.

Con il vaso policonico si avranno più rami a frutto che legno inutile e dispendioso.

Quindi possiamo affermare che con la forma a vaso policonico aumenterà la produzione di olive rispetto alle altre forme di allevamento.

Quali sono i vantaggi nel fare il vaso policonico rispetto ad un allevamento a vaso tradizionale?

PRODUZIONE: con il vaso policonico si producono piu olive, per il semplice fatto, che avremo una struttura che ci permette di avere più rami a frutto e meno legno rispetto al vaso classico.

– BASSI COSTI DI POTATURA:

Il vaso policonico incide anche in termini economici, essendo una potatura svolta in maniera più rapida, questo inciderà anche sui costi di potatura. Quindi costi dimezzati rispetto alla potatura a vaso classico, tradizionale

– RACCOLTA PIU VELOCE:

Il vaso policonico ha anche il vantaggio di avere la produzione nella parte medio bassa di chioma =  raccolta più veloce = costi dimezzati anche nella gestione della raccolta.

PIANTE PIÙ SANE

Le piante a vaso policonico sono più sane perché dando libero sfogo alla pianta di arrivare in alto come lei vorrebbe, le piante producono meno succhioni. Invece in una pianta capitozzata ogni anno la pianta essendo una specie basitona tende replicare il cespuglio e quindi l emissione di succhioni sempre più fitti e vigorosi.  Questa necrosi viene di conseguenza del continuo tagliare i succhioni che spuntano ogni anno sempre più vigorosi e sempre più fitti sul dorso della branca primaria, per colpa dello squilibrio portato dalle continue capitozzature. Guardate che differenza di legno!

– PIANTE CON INFERIORE RISCHIO DI MALATTIE:

 Nel vaso policonico il rischio di infezione è molto inferiore rispetto a un vaso tradizionale perché la chioma è molto più illuminata e molto più areata, questo porta a un inferiore  tasso di umidità in tutta la  chioma e per questo si avranno meno rischi di infezione da funghi= meno trattamenti= più risparmio.

– MATURAZIONE OMOGENEA DELLE OLIVE

 Avendo la stessa intensità di illuminazione sia nella parte bassa che nella parte alta di chioma avremo una omogeneizzazione della maturazione delle olive.

 

– QUALITÀ DELL OLIO PIU ELEVATA:

 Tutta la chioma è illuminata allo stesso modo per questo le olive avranno molta più  luce e per questo l’olio sarà più qualitativamente alto rispetto a una pianta allevata a vaso tradizionale.

STORIA DEL VASO POLICONICO:

La conoscenza della forma di allevamento di olivo, codificata nell’Ottocento ed in uso fino al Novecento, si è affermata tramite il sistema del “vaso”, o “tronco di cono rovescio”, dove le originarie 3-4 branche primarie subivano ripetute cimature con divisione della struttura in 2 direzioni equivalenti e contrapposte, per agevolare “l’appoggiata” delle scale con cui gli agricoltori dell’epoca operavano diffusamente (fig. 1).

Dato che in tal modo, però, le piante accumulavano una notevole quantità di scheletro con cui la porzione superiore di chioma, favorita da una migliore illuminazione e supportata da un accentuato rifornimento di linfa, tendeva a una progressiva affermazione a discapito di quella inferiore (fig. 2).

È subentrata abituale la pratica periodica della “stroncatura” della struttura primaria realizzando l’ acefalia negli olivi, con l’intenzione di limitare lo sviluppo in altezza e rinvigorire la porzione inferiore di chioma. L’intervento, per quanto rovinoso per l’equilibrio vegeto-produttivo dell’albero per almeno 2-3 anni, era all’epoca comunemente praticato anche per procurarsi legna da ardere (fig. 3).

Un contributo al progresso del settore avvenne tra il 1920 e il 1930 a opera di Roventini e Tonini, che suggerivano di rinunciare alla dicotomia e alla conseguente stroncatura, per allevare l’olivo secondo una nuova forma denominata “vaso policonico”, secondo cui la chioma poteva sviluppare fino all’altezza desiderata, ma su di un solo germoglio “lussureggiante” per ognuna delle originarie 3-4 branche primarie. La chioma appare, quindi, formata da altrettanti coni inclinati di 45′ circa e vuoti internamente, uniti per la base, ma separati nettamente al vertice, in modo tale da assegnare a ognuno di essi la “funzione di cima”. Così facendo le piante evitano l’affermazione della porzione superiore di chioma ed esprimono pienamente il potenziale produttivo nella porzione inferiore, ricca di branche secondarie pienamente funzionali e rinnovabili (fig. 4).

Agli inizi della seconda metà del ‘900 intervenne la disastrosa gelata del 1956 e sopraggiunse il problema dello spopolamento delle campagne, per questo furono avanzate varie proposte di intensificazione colturale per rimediare ai disastrosi esiti della gelata e sopperire alla carenza di manodopera. Tutte le proposte erano sostenute da un incremento della densità di piantagione e dalla adozione di nuove forme di allevamento (vaso cespugliato, palmetta, ipsilon, monocono ecc.), ritenute capaci di anticipare ed elevare la produzione e contenere i costi di potatura e raccolta.

Gli olivicoltori del passato operavano con una limitata disponibilità di mezzi tecnici, ma con un’elevata dotazione di manodopera sulla quale erano dimensionate numerose scelte agronomiche. Disegni geometrici Tra queste vi era quella di praticare sistemi di allevamento e potatura degli alberi basati sul rispetto della geometria della forma e sul diffuso impiego delle scale. Le attuali esigenze sono diametralmente opposte per la necessità di produrre reddito con numerosi mezzi tecnici, ma in condizioni di scarsa disponibilità ed elevato costo della manodopera. Molti ritardi ed errori sono stati accumulati nel corso degli ultimi 50 anni, con particolare riferimento alla progressiva riduzione della preziosa opera di trasferimento delle nuove conoscenze dal mondo della ricerca a quello dei produttori.

Solo nelle Regioni in cui operavano specifiche Istituzioni di ricerca e divulgazione olivicola (Toscana, Umbria, Lazio, ecc.) e solo fino alla metà del’900 il sistema ha funzionato, realizzando l’affermazione del “vaso policonico” nelle zone in cui operarono convinti promotori di una forma ideata e attuata dal Roventini in Toscana e dal Tonini in Umbria.

Vaso semplificato: numerose ricerche sono state prodotte nel corso dell’ultimo secolo per valutare gli effetti delle diverse metodologie di allevamento, riforma e potatura dell’olivo, così come illustrate in Olivo e Olio 3/06, 4/06, 5/06, 6/06, 9/06, 10/06 e 2/07. Solo recentemente sono state
Elaborate “nuove” proposte operative, tali da soddisfare le esigenze fisiologiche dell’olivo e quelle dei nuovi fattori sociali, tecnici ed economici di produzione. L’innovazione si basa, principalmente, sull’adozione della forma di allevamento a vaso polifonico riconosciuta più efficiente, più rassicurante e convalidata dal tempo; sull’’economia di gestione della potatura con l’adozione di strategie a basso fabbisogno di manodopera e, infine, sulI ‘applicazione degli interventi con elasticità, evitando potature troppo severe. Tali proposte possono considerarsi un trasferimento alle attuali condizioni operative di quanto elaborato fino alla prima metà del’900, quando il primo e più essenziale intervento nella corretta gestione degli alberi era reputato quello di ridurre drasticamente la quantità di legno strutturale, per limitare la capacità di affermazione della porzione superiore di chioma, esaltare la produzione nella porzione inferiore e ridurre costi ti di potatura e raccolta.

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